martedì 17 aprile 2012

Echi di Osho: la verità su di lui, oltre i media

Osho, noto anche come Bhagwan e Rajneesh, il guru indiano dalla lunga barba. Chameli ne ha parlato sul blog. Contrariamente a lei, io non l'ho mai incontrato. Quando era in vita, di lui ho avuto solo echi indiretti, spesso distorti da rumori di fondo.

Qui a Milano mi capitava, al Liceo e nei primi anni di università, di incontrare qualche volta per caso i suoi seguaci, gli arancioni, chiamati così per il colore dei loro vestiti. Ne sapevo poco e li confondevo con gli Hare Krishna.

Dai mass-media di lui mi arrivavano notizie scandalistiche: il guru del sesso libero, amante del lusso, collezionista di Rolls Royce, la sua comune nell'Oregon, la sua segretaria che scappa con la cassa, il suo arresto da parte della polizia americana, la sua espulsione, il suo ritorno in India, dove a Poona si costituisce attorno a lui una nuova comunità, dipinta a tinte fosche come luogo di droga e di promiscuità sessuale.

Negli anni '90, quando era già morto, mi è capitato di leggere Operazione Socrate, il racconto dell'esperienza dell'Oregon di due suoi seguaci italiani, Majid Valcarenghi e Ida Porta: ne emergeva un Osho diverso da quello dei giornali: un maestro spirituale anti-tradizionalista, anti-conformista, polemico e provocatorio verso le religioni istituzionali, per questo motivo attaccato dai fondamentalisti  evangelici, incarcerato e avvelenato dal Governo americano, come Socrate lo fu dal Governo ateniese. Una testimonianza di parte? Può darsi, ma degna di ascolto, come fonte alternativa alla "verità ufficiale" dei media. Più difficile è considerare di parte il giornalista Enzo Biagi, autore di un'intervista molto rispettosa a Osho.

Chi era veramente Osho? Supponiamo ora di volere arrivare a una verità su di lui, in modo il più possibile obiettivo, considerando pure gli aspetti più controversi della sua esperienza in Oregon, andando oltre le denigrazioni dei suoi nemici, ma anche l'agiografia dei suoi seguaci. Se fossi un giornalista, tra le fonti non potrei non considererare le testimonianze di chi lo ha avuto come maestro. Ma so che in questo modo non avrei più a che fare con la verità come è comunemente intesa dai reportage giornalistici. I suoi discepoli mi parlerebbero non di fatti, ma di quello che Osho ha significato nella loro vita. Toccheremmo un altro livello di verità, con altre regole del gioco.

"Che cos'è la verità?" chiese Ponzio Pilato a Gesù, che non gli rispose. La risposta di un autentico Maestro a questa domanda non può porsi su un piano logico-intellettuale. L'insegnamento è comunicato attraverso altri canali, passa da cuore a cuore. Chi di Osho ha avuto un'esperienza diretta raccontando di lui racconterebbe qualcosa di se stesso, della propria vita, qualcosa di prezioso e di profondo. Sarebbe anche la verità su di sé, non solo la verità su Osho. Una verità che coinvolge e mette in gioco chi ne parla.

Osho, pungente e dissacrante, che mi guarda dalle sue foto con occhi di una dolcezza disarmante. Non lascia indifferente: ti affascina o ti fa paura. L'ho avvicinato poco a poco, praticando la meditazione Vipassana e conoscendolo dalle parole di altri meditanti come divulgatore e innovatore delle tecniche orientali di meditazione. Mi sono avvicinato lentamente, ammettendo la mia paura e aprendomi alla vita  L'ho scoperto incontrando Chameli, la mia compagna: a lei e a lui ho dedicato una poesia.

3 commenti:

  1. ho letto l'intervista. ma perché sostiene che l'omosessualità sia una perversione? non sono d'accordo. e non sono d'accordo nemmeno sul fatto che un povero non possa apprezzare picasso.

    RispondiElimina
  2. Non so, Cristina, dovresti chiederlo a Osho o a qualche suo autorevole seguace. Io sono interessato a Osho, ma non lo seguo. Non posso rispondere per lui.
    Leggo con piacere i discorsi di Osho, spesso chiari, diretti, come lo è questa intervista. Ma non sono d'accordo con tutto quello che dice.

    RispondiElimina
  3. bella la poesia e bello l'inquadramento non tanto di Osho in sé- come hai detto occorre sintonizzarsi sulla frequenza del cuore- ma dei percorsi che da lui sono partiti e partono, dei cammini che da lui sono partiti.

    RispondiElimina